Acqua di rubinetto in Italia, consumi bassi al Sud e nel Nord-Est
Gli italiani non si fidano dell’acqua di rubinetto e meno della metà dichiara di consumarla abitualmente. Lo rivela una recente indagine condotta da Rur-Censis per le TeknoCittà. Per l’esattezza a bere l’acqua del rubinetto è il 47,7% della popolazione. Una percentuale bassa che ci colloca tra i Paesi con il maggior consumo pro capite di acqua in bottiglia: l’Italia occupa infatti il terzo posto nella classifica globale.
L’indagine ha rilevato delle differenze sostanziali nei consumi tra il Nord e il Sud Italia. Nelle regioni meridionali si registra infatti una delle percentuali più basse di consumatori di acqua potabile: appena il 43,5%. Ma quali sono le motivazioni di così tanta diffidenza nei confronti dell’acqua del rubinetto? Nel Mezzogiorno ben il 62% dei cittadini interpellati ha dichiarato di non fidarsi della purezza dell’acqua del rubinetto e di dubitare fortemente della sua effettiva potabilità.
Non va meglio nel Nord-Est del Paese che, insieme al Sud Italia, fa registrare una percentuale di consumatori molto bassa, pari al 44,6%. In generale, a non fidarsi dell’acqua del rubinetto è il 41% dei consumatori che hanno scelto l’acqua in bottiglia, mentre a non berla per motivi legati al sapore è il 40% degli interpellati. A riferire di non scegliere l’acqua di rubinetto per motivi legati alla salute è stato il 18% dei partecipanti al sondaggio.
L’acqua che esce dai rubinetti delle nostre case è buona e sicura, controllata da norme sanitarie rigorose; rispetta l’ambiente, non produce rifiuti plastici ed è a chilometri zero, non viaggia per centinaia di chilometri su inquinanti TIR, evita il consumo di combustibili fossili, l’emissione di CO2 e di polveri sottili.
Foto: Lenifuzhead su Flickr
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